pubblicità in dialetto

La pubblicità in dialetto e la glocalizzazione pubblicitaria

L’utilizzo della pubblicità in dialetto è esponenzialmente aumentata negli ultimi tempi, ma analizzando le statistiche del passato è possibile riscontrare che in realtà sono molteplici le aziende che nel corso degli anni hanno incentrato le proprie campagne pubblicitarie facendo leva proprio su questo tipo di strategia.

Allo stato attuale la diffusione della pubblicità in dialetto, ovvero di una tecnica di comunicazione, vendita e promozione si è indiscutibilmente rafforzata dando vita a quello che viene definito in gergo “Glocal marketing”.
Il “Glocal marketing”, ovvero la glocalizzazione, altro non è che il tentativo di sintetizzare in un’unica parola due concetti ben più ampi: [pubblicità] globale e locale. “Think global, act local”.

Lo scopo dunque, è quello di trarre i benefici della globalizzazione, tenendo però sempre ben a mente quelle che sono le esigenze locali, non tralasciando e bensì sfruttando le caratteristiche di ogni realtà locale.
Riuscire a coniugare i due aspetti può essere un vantaggio di non poco conto, specialmente per tutte le piccole e medie aziende che non hanno la potenza comunicativa dei grandi marchi e che riscontrano quindi più difficoltà a farsi strada ed a conquistare la propria fetta di mercato: Sono quindi le piccole imprese ad aver maggior necessità di escogitare strategie all’avanguardia che consentano risultati soddisfacenti.

Cioè che vale per tutti però è il perno che si trova alla base della glocalizzazione; ovvero la fidelizzazione del clientela. Sfruttando la pubblicità in dialetto è possibile quindi inserirsi nelle sub aree del mercato globale puntando alla specializzazione dell’offerta ritagliandola ad hoc per il target di riferimento, facendo si che la clientela, sentendosi maggiormente coinvolta e colpita, venga fidelizzata con maggior facilità.

Il dialetto, o come nel caso del napoletano della lingua napoletana, e di conseguenza la collocazione geografica è solo uno degli input maggiormente rilevanti di cui ci si può servire per creare delle vere e proprie nicchie di mercato. Lo scopro principale resta quello di rendere centrale la figura del cliente, non più come mero consumatore, va invece inquadrato come individuo che ha le sue attitudini, preferenze e caratteristiche, per potergli cucire addosso una strategia di marketing ad hoc. Cioè rende molto più coeso il rapporto consumatori-prodotto rispetto agli effetti che si possono ottenere attraverso una campagna ordinaria.

Inoltre, altro effetto importantissimo dato dalla fidelizzazione della clientela è il passaparola. Se un cliente si ritiene soddisfatto ed è di conseguenza fedele perché sente che le sue esigenze vengono soddisfatte, è molto probabile che suggerisca anche a familiari, colleghi ed amici di acquistare il prodotto in questione.
Ed è proprio questo il primissimo step del passaparola, che secondo ricerche di mercato, è ancora più efficace della pubblicità stessa.

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